Sinner-Wada: la squalifica ridotta accontenta (quasi) tutti

Sinner Wada squalifica – La notizia bomba della giornata di ieri nel mondo del tennis è stata senza dubbio quella relativa alla squalifica di Jannik Sinner: il numero uno al mondo ha patteggiato con la Wada una squalifica di circa tre mesi evitando il processo. Quali possono essere i motivi di questa scelta? La situazione era evitabile?
I fatti
La vicenda riguarda il torneo di Indian Wells 2024, dove Sinner fu sconfitto da Alcaraz in semifinale. Jannik viene trovato positivo al Clostebol in quantità molto limitata, impossibile aumentare le prestazioni sportive con quel dosaggio (quindi l’ipotesi doping è da scartare a priori). La vicenda viene esposta al pubblico il 20 Agosto tramite comunicato ITIA il quale annunciava il termine delle indagini su Sinner: l’atleta non ha subito nessuna sospensione in quanto da subito ha fornito indicazioni chiare e coerenti sulla vicenda. Si è trattato di una contaminazione involontaria causata dal fisioterapista di Jannik all’epoca, per curare un taglio ha usato una pomata contenente Clostebol massaggiando successivamente il tennista senza guanti. Tutto finito? Neanche per sogno: La Wada decide di intervenire e il 28 Settembre annuncia di voler impugnare la decisione precedente chiedendo al Tas una squalifica di uno o due anni.
Cosa significa la squalifica?
L’accordo tra le parti prevede una sospensione di circa tre mesi, Sinner tornerà in campo con ogni probabilità per gli Internazionali di Roma. Dal punto di vista del tennista la scelta di patteggiare ha senso: pur essendo innocente rischiava di perdere 1/2 anni di carriera e ha scelto il male minore. Così facendo Jannik non salterà nessuno slam e potrebbe addirittura restare al primo posto in classifica ATP fino al rientro, Alcaraz e Zverev dovrebbero vincere praticamente ogni torneo importante in questi mesi per superare l’italiano. Va anche considerato che la questione si protrae da diversi mesi e non si sarebbe risolta velocemente, Sinner potrà finalmente concentrarsi solo sul campo al rientro con la mente molto più libera
La Wada dal canto suo ha “salvato la faccia” ottenendo comunque una squalifica seppur breve; restano comunque varie ombre sulla vicenda. Sono convinto che le orme vadano cambiate in fretta, vero che il fisioterapista ha commesso un errore grave, ma un atleta può rischiare di vedersi stroncata la carriera per una quantità minima di una certa sostanza? E perchè la Wada non è andata a fondo in altri casi (vedasi quello dei nuotatori cinesi)? Sono molti gli interrogativi che restano dalla vicenda, resta solo una certezza: Sinner tornerà pronto e affamato di vittorie più di prima.
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